L’opera di questo originale ‘profeta’, lungi dal limitarsi all’ambito scientifico ed a quello teologico, si amplifica ed abbraccia l’intera vita umana e cosmica, secondo una ardita visione olistica ed universalistica, ai suoi tempi considerata ‘di avanguardia’, ma oggi realistica ed utilissima per l’umanità alle prese con i problemi del mondo globalizzato del terzo millennio: all’insegna del duplice amore, di Dio e del Mondo.
Il suo infatti diviene un ‘neocristianesimo dell’azione’: benché per inclinazione interiore fortemente portato alla riflessione, ebbe modo di esclamare: “In questo momento, come ai tempi di Galileo, ciò che è necessario non sono tanto nuovi fatti, ma piuttosto un nuovo modo di guardare i fatti. Una nuova maniera di vedere, unita a una nuova maniera di agire. Ecco ciò che occorre” (da una lettera dall’Africa, 1951). Ora, rispetto alla prospettiva della ‘nuova evangelizzazione’, risulterebbe stranamente attuale la sua nota sull’evangelizzazione scritta nel 1919: ricca di indicazioni rilevanti tanto per la vita spirituale dell’anima, quanto per l’impegno storico e sociale.
Nella nostra epoca suonano sorprendentemente attuali i suoi appelli alla cooperazione: egli invita a colloquiare e convergere con tutte le forze vive e responsabili del pianeta, indipendentemente dal loro credo: anzi, riconoscendo la valenza positiva della stessa fede nella terra, nel progresso, nel mondo, appartenenti alle culture laiche e perfino atee. Ma la sua aspettativa si rivolge principalmente alle fedi religiose. Ed è proprio su questo versante che è stimolante confrontarsi con quello che lui propone quale criterio paradigmatico di valutazione della funzione delle religioni, considerate come aspetti dell’unico fenomeno umano: “In un regime di cosmo-noogenesi (cioè di un cosmo che si evolve e che diventa cosciente della proprio divenire), il valore comparato delle Fedi religiose diventa misurabile sulla base del loro rispettivo potere d’attivazione evolutiva”(da Il Cristico, 1955).
Dunque, le fedi considerate quali servizio e dono all’umanità in cammino: quale sfida più seria e coraggiosa per una emulazione virtuosa, oltre ogni competizione e conflitto?
Egli certamente non risparmia critiche al Cristianesimo storico, che considera arretrato per quei tempi: preconizzando la svolta conciliare (non a caso alcuni documenti del Concilio Vaticano II traggono chiari riferimenti dalle sue opere); ma, dopo averne rilevato acutamente e nettamente le grandi lacune, egli dichiara: “Lungi dal perdere il suo primato nella vasta mischia religiosa scatenatasi per la Totalizzazione del mondo moderno, esso riprende e consolida invece il suo posto di asse” ed insiste: “Il Cristianesimo ancora e sempre, lo ripeto, ma un Cristianesimo ‘rinato’ …, l’unico capace (mediante la duplice forza, infine compresa totalmente, della Croce e della Risurrezione) di diventare la Religione specificamente motrice dell’Evoluzione”.
Su questa base, senza sminuire le sue grandi intuizioni circa i possibili raccordi tra fede e ragione come tra Oriente ed Occidente, la riflessione che si svolgerà a Firenze, cercherà di mettere in luce la sua apertura verso il valore genuino di due specifiche correnti spirituali: quella bakti (la corrente devozionale sotterranea che attraversa le varie tradizioni induiste) e quella baha’i: la nuova fede scaturita da un originalissimo filone profetico (che congiunge islam, sufismo e zoroastrismo) all’insegna della riunificazione delle religioni. Su quest’ultima in particolare ci si soffermerà, nella prospettiva degli impegni coralmente richiesti all’umanità, a sostegno di un pianeta riconciliato e pacificato.
Lo sguardo coraggioso di padre Teilhard, orientato al futuro (versione forte della speranza) ed alimentato dal fuoco dell’amore (frutto maturo della carità), potrà ben orientare la fede incerta dei cristiani d’oggi, piuttosto timorosi di fronte alla globalizzazione in atto.
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Ho letto l’articolo su Padre Teilhard de Chardin e mi colpisce molto la sua visione universale che deve abbracciare tutti i livelli dell’essere umano inserito nel contesto del mondo e del cosmo nel suo insieme. Le parole che ho letto mi ricordano quanto scrive la Casa Universale di Giustizia, la massima Istituzione bahá’í che nel 1985 scrive: “La Grande Pace verso cui gli uomini di buona volontà hanno lungo l’arco dei secoli teso i loro cuori, la cui visione ha infiammato i veggenti e i poeti di innumerevoli generazioni e di cui le sacre scritture dell’umanità hanno costantemente, èra dopo èra, tenuto salda la promessa, è ora finalmente alla portata delle nazioni. Per la prima volta nella storia è per tutti possibile considerare l’intero pianeta, con le miriadi di genti così diverse, in un’unica visuale. La pace mondiale non solo è possibile, è inevitabile. Essa è lo stadio successivo nell’evoluzione del nostro pianeta: secondo l’espressione di un grande pensatore, «la planetizzazione dell’umanità».”
L’intervento di Iscander Micael Tinto aggiunge un nuovo elemento, assai significativo, alla pista di ricerca che abbiamo avviato insieme [come Associazione Teilhard de Chardin e Associazione Aldo Bausani] sulle convergenze straordinarie che emergono tra gli insegnamento di Baha’ U llah e le intuizioni di Pierre Teilhard de Chardin; ricarca che ha avuto un primo momento di sedimentazione nel Seminario di Firenze (Istituto N.Stensen, 31 marzo 2012), promosso dalle Riviste Uni-versum, Teilhard aujourd’ui e Opinioni Baha’ì. Infatti -oltre agli studi comparati che mettono in luce le affinità delle due visioni spirituali, ora grazie a I.M.Tinto veniamo a conoscenza di un documento in tempi recenti del massimo Organismo mondiale della fede baha’ì che cita proprio Teilhard, assumendone una delle sue categorie essenziali: la planetizzazione dell’umanità, oltre e prima della globalizzazione, da lui preconizzata con oltre mezzo secolo di anticipo. Ecco perché lo indichiamo come profeta del terzo millennio, insieme ad altri maestri e guide spirituali dell’epoca contemporanea. Mi auguro che queste ricerche vadano oltre, specie sulle riviste citate.
Luciano MB
Davvero interessante!
I every timе spent my hаlf аn hour
to read thіs blοg’s articles everyday along with a mug of coffee.